Domande e Risposte
Domande frequenti sulla donazione del sangue
Hai dei dubbi ? Prova a leggere le nostre domande e risposte.
Per diventare donatore è necessario collegarsi al sito avis.it, cercare la sede AVIS più vicina alla propria abitazione e telefonare per fissare un appuntamento. Il giorno stabilito si compilerà un questionario e si incontrerà un medico per un colloquio e per sottoporsi a degli accertamenti del proprio stato di salute il cui esito stabilirà l’idoneità alla donazione.
Per diventare donatore è necessario avere un'età compresa tra i 18 e i 60 anni.
È possibile donare fino al compimento del 70° anno, previa valutazione del proprio stato di salute da parte del medico.
Per donare occorre avere un peso corporeo superiore ai 50 kg.
Per donare il sangue non bisogna essere a digiuno, ma si può fare una colazione - purché priva di latte e suoi derivati - a base di frutta fresca o spremuta, tè o caffè poco zuccherati, pane non condito o altri carboidrati semplici. È preferibile, già dalla sera precedente, scegliere una cena leggera.
La pressione arteriosa sistolica (o massima) deve essere inferiore o uguale a 180 mm di mercurio e quella diastolica (o minima) inferiore o uguale a 100 mm di mercurio. La frequenza cardiaca deve essere compresa tra i 50 e i 100 battiti al minuto.
Negli uomini il valore dell’emoglobina deve essere uguale o superiore a 13,5 g/dL, mentre nelle donne uguale o superiore a 12,5 g/dL.
La donazione di sangue intero solitamente dura circa tra 6 e 10 minuti.
Oggi è possibile effettuare diversi tipi di donazione: oltre a quelle tradizionale di sangue intero, si possono effettuare donazioni mirate (dette aferesi) cioè solo di alcuni componenti del sangue e, tra questi, il plasma. Nell'aferesi (termine greco che significa l'atto del "portar via"), attraverso l'uso di separatori cellulari, si ottiene dal sangue del donatore soltanto la componente ematica di cui si ha necessità (plasma, piastrine,…), restituendogli contemporaneamente i restanti elementi. Ciascun separatore cellulare centrifuga o filtra il sangue che defluisce da un braccio del donatore trattenendo il componente ematico necessario e restituendogli il rimanente. Si parla di plasmaferesi se si preleva solo plasma, di piastrinoaferesi se si prelevano solo piastrine, di plasmapiastrinoaferesi se si prelevano plasma e piastrine, ecc. Una volta raccolto, il plasma viene conservato diversamente dal sangue intero e dai concentrati di globuli rossi, essendo congelato (se a temperatura inferiore a – 30° C) può essere utilizzato per un periodo massimo di 24 mesi.
La donazione di plasma comunemente dura tra i 45 e i 50 minuti.
Durante la donazione di sangue vengono prelevati 450 mL, mentre la quantità di plasma raccolto è tra i 600 e i 700 mL.
Dopo essere stato accuratamente controllato e centrifugato, il sangue donato può essere trasfuso a pazienti che abbiano in corso gravi emorragie provocate da eventi traumatici come gli incidenti, oppure nei trapianti d’organo, nella cura di patologie tumorali come le leucemie, nelle anemie gravi conseguenti a chemioterapie oppure croniche come la talassemia. C’è poi il plasma, la parte liquida del sangue, ampiamente utilizzata per curare le gravi ustioni o per produrre farmaci salva-vita come i fattori della coagulazione per l’emofilia, le immunoglobuline per alcune malattie immunologiche, l'albumina per le patologie del fegato come la cirrosi e per ottenere dei vaccini contro infezioni come l'epatite B o il tetano. Nel sangue sono presenti, inoltre, i globuli rossi, impiegati nella cura di gravi anemie e le piastrine, somministrate sottoforma di concentrati piastrinici a scopo preventivo, per prevenire e per curare le emorragie causate da un basso numero di piastrine nel sangue.
Il ripristino completo di globuli rossi richiede circa 3 settimane, mentre il plasma si riforma in poche ore.
Donare sangue non è assolutamente pericoloso, anzi. Ogni donatore deve effettuare ciclicamente esami e visite di controllo, quindi è anche un modo per tenere monitorata la propria salute.
Molto raramente ci si può sentire stanchi, avere dei capogiri o la nausea. È importante seguire le indicazioni che si ricevono dal personale sanitario, come bere molti liquidi e non affaticarsi troppo dopo la donazione, evitando di fare sforzi o sottoporre il proprio fisico a troppi stress. ciclicamente esami e visite di controllo, quindi è anche un modo per tenere monitorata la propria salute.
Gli uomini e le donne non in età fertile possono donare sangue fino a un massimo di 4 volte all’anno, mentre le donne in età fertile fino a un massimo di 2 volte. Nel caso del plasma, è possibile donare un volume massimo complessivo di 1,5 litri al mese e 12 litri all'anno.
Il fumo di queste sostanze di per sé non preclude la donazione, ma il loro uso, specie se prolungato nel tempo, può provocare delle complicanze di natura respiratoria o cardiaca che comportano l’esclusione dalla donazione.
È sconsigliabile assumere bevande alcoliche prima e dopo la donazione perché favoriscono la disidratazione, la vasodilatazione (con conseguente abbassamento della pressione), e questo compromette la salute generale del donatore. In generale è opportuno bere con moderazione perché l’abuso compromette l'idoneità alla donazione stessa.
Anche i cittadini stranieri possono donare sangue ed emoderivati a patto che: - risiedano in Italia da almeno due anni, - siano in grado di fornire un recapito (telematico e/o postale) per essere contattati o ricevere comunicazioni di carattere sanitario, - siano in possesso di documenti regolari (carta d’identità, permesso di soggiorno e tessera sanitaria di iscrizione al servizio sanitario nazionale), - abbiano una buona padronanza della lingua italiana per interagire con il personale sanitario prima, durante e dopo la donazione.
Ai sensi della legge italiana, chi dona il sangue o i suoi componenti lo fa in maniera volontaria e gratuita, quindi senza percepire alcun tipo di retribuzione.
A ogni donazione il sangue viene sottoposto a controlli rigorosi. Per sapere come fare per ricevere e consultare gratuitamente gli esiti di questi esami, contatta la tua sede Avis.
Chi dona, se lavoratore dipendente, ha diritto a un permesso di lavoro per l’intera giornata in cui effettua la donazione (art. 8 legge n°219/2005). Una volta completata la raccolta di sangue o di plasma il personale del servizio trasfusionale o dell’unità di raccolta dovrà fornire un attestato di avvenuta donazione da consegnare poi al datore di lavoro. Chi si reca a donare ma non risulta idoneo, ha diritto a un permesso di lavoro per le sole ore di permanenza nel centro di raccolta.
Quando si dona per la prima volta, in aggiunta agli esami di routine sul sangue donato, vengono eseguiti alcuni test per la determinazione dei gruppi sanguigni come:
- Fenotipo ABO mediante test diretto e indiretto
- Fenotipo Rh completo
- Determinazione dell’antigene Kell e, in caso di positività dello stesso, ricerca dell’antigene Cellano
- Ricerca degli anticorpi irregolari anti-eritrocitari
- Ogni volta che si dona, il sangue prelevato viene sottoposto a diversi esami come:
- Esame emocromocitometrico completo
- Esami per la qualificazione biologica del sangue e degli emocomponenti:
- HBsAg (antigene di superficie del virus dell’epatite virale B)
- Anticorpi anti-HCV (anticorpo contro il virus dell’epatite virale C)
- Test sierologico per la ricerca combinata di anticorpo anti HIV (anticorpo contro il virus dell’AIDS) 1-2 e antigene HIV 1-2
- Anticorpi anti-Treponema Pallidum (TP) con metodo immunometrico (contro la sifilide)
- HBV/HCV/HIV 1 NAT (test per rilevare la presenza dei virus delle epatiti virali B, C e dell’AIDS)
- Inoltre, almeno una volta all’anno il donatore viene sottoposto anche ad alcuni controlli ematochimici che prevedono test per:
- Glicemia
- Creatininemia
- Alanin-amino-transferasi
- Colesterolemia totale e HDL
- Trigliceridemia
- Protidemia totale
- ferritinemia
Le persone che sono state all’estero possono donare, ma seguendo specifiche indicazioni in quanto in alcuni Paesi sono diffuse malattie che possono trasmettersi per via trasfusionale. Tutte queste informazioni sono consultabili sul sito “Il donatore che viaggia” realizzato dal Centro Nazionale Sangue (CNS) e dalla la Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia (SIMTI).
Una persona celiaca può donare purché segua una dieta priva di glutine.
Per chi segue un’alimentazione vegetariana o vegana non esistono controindicazioni alla donazione. Occorre però stare attenti ai valori di ferro e vitamina B12, che in ogni caso possono essere mantenuti ai livelli corretti attraverso integratori facilmente reperibili in commercio.
Tutti coloro che hanno tatuaggi o piercing possono donare, ma devono essere trascorsi 4 mesi da quando sono stati effettuati.
L'assunzione di sostanze stupefacenti può mettere in serio pericolo la salute del donatore e del ricevente. Perciò è importante informare il medico durante il colloquio che precede la donazione e sarà lui a valutare la tua idoneità alla donazione, anche sulla base del tuo complessivo stato di salute. Se assumi o hai assunto in passato sostanze stupefacenti per via endovenosa, l’esclusione dalla donazione è permanente.
È possibile donare dopo 4 mesi dal rapporto occasionale, anche se protetto.
In Italia tutte le persone possono donare a prescindere dal proprio orientamento sessuale, pur rispettando l’intervallo di 4 mesi dall’ultimo rapporto occasionale anche se protetto.
Non è formalmente prevista una sospensione dalla donazione di sangue intero durante la fase mestruale. È preferibile che la donazione venga effettuata a metà ciclo, perché in questo modo si hanno valori attendibili di ferritina e dell’emoglobina.
No, la donazione è sospesa per tutta la durata della gestazione.
È possibile riprendere a donare dopo almeno sei mesi dal parto. È necessario monitorare le condizioni di salute della donna, sottoponendola ad accertamenti clinici prima di riprendere a donare.
Nella fase dell’allattamento una donna può donare a condizione che stia bene fisicamente.
È possibile riprendere a donare dopo almeno 6 mesi dall'aborto. È necessario monitorare le condizioni di salute della donna, sottoponendola ad accertamenti clinici prima di riprendere a donare.
Il periodo di sospensione varia a seconda del tipo di vaccino. Bisogna attendere 48 ore dopo la somministrazione di vaccini contro l'influenza, rabbia, epatite A, tetano, difterite, pertosse, colera, febbre delle montagne rocciose, tifo, paratifo, poliomielite, papilloma, meningococco e pneumococco. Se dopo la somministrazione compaiono effetti collaterali come febbre o spossatezza, si può riprendere a donare dopo la completa scomparsa di tali sintomi. Nel caso di vaccino anti-Covid, la sospensione è di 48 ore dopo la somministrazione. Se dopo la vaccinazione compaiono effetti collaterali (febbre, spossatezza, etc.) il donatore è idoneo dopo 7 giorni dalla completa risoluzione dei sintomi. Il donatore deve attendere 7 giorno, se asintomatico, dopo l’inoculazione del vaccino dell’epatite B se non vi è stata esposizione al virus e dopo 28 giorni per il vaccino contro la tubercolosi, il vaiolo, la poliomielite, il morbillo, la parotite, la rosolia e la febbre gialla.
In caso di influenza o episodi febbrili, si può donare dopo almeno 14 giorni dalla cessazione dei sintomi.
È possibile a riprendere a donare alla completa scomparsa dei sintomi.
Per poter donare è necessario attendere: 48 ore per cure di minore entità da parte di odontoiatra o odonto-igienista; una settimana dalla completa guarigione clinica per l’estrazione dentaria non complicata, la devitalizzazione ed altri interventi (es. implantologia) assimilabili ad interventi chirurgici minori; 4 mesi nel caso di innesto di tessuto osseo autologo o omologo.
È necessario attendere una settimana dalla completa guarigione clinica se ci si è sottoposti a un intervento chirurgico minore. Se, invece, si è trattato di un intervento chirurgico maggiore (che abbia richiesto la somministrazione di anestesia totale), bisogna rispettare uno stop di 4 mesi in condizioni di recupero dello stato di salute.
Le persone allergiche possono donare se non hanno sintomatologie in atto. Chi è allergico a farmaci è escluso dalla donazione se l’allergia a farmaci si accompagna a deficit immunologici o a manifestazioni sistemiche gravi. Non si prevede sospensione se si presentano solo manifestazioni cutanee isolate lievi.
È importante informare il medico durante il colloquio che precede la donazione e sarà lui a valutare la tua idoneità alla donazione, anche sulla base del tuo complessivo stato di salute.
È importante informare il medico durante il colloquio che precede la donazione e sarà lui a valutare la tua idoneità alla donazione, anche sulla base del tuo complessivo stato di salute. La riammissione alla donazione, infatti, dipende dal tipo di antibiotico che si assume.
Potresti riprendere a donare dopo almeno 5 giorni dall’ultima assunzione e dopo la completa guarigione. È importante informare il medico durante il colloquio che precede la donazione e sarà lui a valutare la tua idoneità alla donazione, anche sulla base del tuo complessivo stato di salute.
Se assumi anticoagulanti non puoi donare.
Sì, l’assunzione di anticoncezionali non preclude la donazione.
È importante informare il medico durante il colloquio che precede la donazione e sarà lui a valutare la tua idoneità alla donazione, anche sulla base del tuo complessivo stato di salute.
Questi farmaci non controindicano la donazione, ma la loro assunzione è in genere legata ad una patologia respiratoria ed è questo il motivo per cui, fino alla completa scomparsa dei sintomi, non è consentito donare. È importante informare il medico durante il colloquio che precede la donazione e sarà lui a valutare la tua idoneità alla donazione, anche sulla base del tuo complessivo stato di salute.
La carenza di sangue nei mesi estivi è purtroppo un dato di fatto: in Italia in questi mesi, ma sempre più anche nel corso dell'intero anno, si rilevano forti diminuzioni nella raccolta di sangue mentre il bisogno di emocomponenti rimane stabile. La partenza per le vacanze contribuisce a interrompere i consueti flussi di raccolta. E' necessario quindi disporre di un adeguato numero di donatori periodici sui quali poter contare tutto l'anno, festività e vacanze comprese. Per questa ragione AVIS, da anni ha avviato un'attività di sensibilizzazione per cercare di garantire l'afflusso dei donatori a intervalli regolari presso le strutture trasfusionali, e ridurre il ricorso alle donazioni occasionali e sostitutive.
È possibile riprendere a donare dopo 4 mesi dall’esame.
È possibile riprendere a donare dopo 4 mesi dall’esame.
Se si tratta di convulsioni febbrili, puoi riprendere a donare una volta guarito. Se si tratta di convulsioni epilettiche, puoi riprendere dopo almeno tre anni dall’ultimo episodio e purché tu non assuma farmaci antiepilettici.
Sì, ma occorre valutare le tue condizioni di salute e il tempo trascorso dall’infezione.
È escluso dalla donazione di sangue chi è affetto da epatite B o C in forma attiva, cronica, recidivante o che abbia permanenti danni d’organo causati da tali affezioni. È escluso anche chi si è sottoposto a terapia eradicante per l’epatite C e risulti negativo al test.
Si può riprendere a donare dopo 4 mesi dalla cessazione della convivenza. Questa misura è assunta a tutela della salute del donatore e del ricevente.
Attualmente, in caso di infezione da HIV, si è esclusi in modo permanente. È escluso anche chi segue terapia anti-HIV.
I conviventi possono donare, purché non abbiamo rapporti sessuali con la persona sieropositiva. In tal caso, potranno riprendere a donare dopo 4 mesi dall’ultimo rapporto.
I soggetti che hanno contratto la sifilide sono esclusi in modo permanente dalla donazione.
Si può riprendere a donare dopo 2 anni dalla completa guarigione.
Si può riprendere a donare dopo 6 mesi dalla completa guarigione.
I soggetti che hanno vissuto per almeno 6 mesi continuativi in una zona endemica non possono donare finché non venga effettuato uno specifico test immunologico, con esito negativo, poiché potrebbero essere diventati portatori asintomatici del parassita malarico. I test e i periodi di sospensione possono essere evitati in caso di donazione di solo plasma da avviare alla produzione industriale di farmaci emoderivati.
I soggetti che hanno sofferto di malaria o che hanno avuto sintomi non diagnosticati compatibili con la malaria possono riprendere a donare solo dopo esito negativo di un test immunologico per la ricerca degli anticorpi anti-malarici.I test e i periodi di sospensione possono essere evitati in caso di donazione di solo plasma da avviare alla produzione industriale di farmaci emoderivati.
Sono esclusi dalla donazione tutti i soggetti con uso attuale o pregresso non prescritto di steroidi od ormoni per via intramuscolare, endovenosa o tramite strumenti in grado di trasmettere malattie infettive.
Sono esclusi soggetti che seguono una terapia farmacologica o che in passato abbiano sofferto di crisi lipotimiche e convulsive. Possono essere accettati soggetti con pregresse convulsioni febbrili infantili o forme di epilessia per le quali sono trascorsi 3 anni dalla cessazione della terapia senza ricadute.
In caso di trapianto d’organo solido, di cornea o midollo osseo, l’esclusione dalla donazione è permanente.
Sono esclusi i soggetti con malattia coronarica, ivi compresi i portatori di stent aortocoronarici e i pazienti affetti da angina pectoris, aritmia cardiaca grave, malattie cerebrovascolari, trombosi arteriosa o trombosi venosa ricorrente. Possono essere accettati soggetti con anomalie congenite completamente guarite o corrette.
Sono esclusi i soggetti con ipertensione arteriosa non in adeguato controllo farmacologico o con danno d’organo. Possono essere accettati soggetti ipertesi in trattamento farmacologico previa valutazione clinica complessiva.
Sì, purché non si assuma insulina.
I soggetti affetti o precedentemente affetti da neoplasia maligna o ematologica (leucemia, linfoma, mieloma multiplo) o associata a condizioni viremiche non possono donare sangue o emocomponenti. Può donare, invece, chi è guarito da carcinoma basocellulare o carcinoma in situ della cervice, dopo la rimozione della neoplasia.
Sì, purché venga effettuata con attrezzatura sterile monouso.
Sì, ma devono essere trascorsi sei mesi dalla completa guarigione.
No, questa patologia comporta l’esclusione permanente dalla donazione.
Sì, si può riprendere a donare dopo tre mesi dall’evento.
Sì, purché non si assumano farmaci a base di metotrexato o ciclosporina e le pieghe del braccio non presentino squame o placche, affinché l’ago venga inserito su uno strato di pelle privo di manifestazioni cutanee.
Sì, se si soffre di tiroidite di Hashimoto (ipotiroidismo secondario) è possibile donare senza dover sospendere la terapia il giorno della donazione.
Essendo una patologia autoimmunitaria multiorgano, non è possibile donare. L’infiammazione dell’artrite reumatoide può, infatti, coinvolgere anche altri organi e apparati come, per esempio, il polmone, l’occhio, la cute o i vasi sanguigni.
In caso di shock anafilattico l’esclusione dalla donazione di sangue è permanente.